martedì 14 dicembre 2010
I dogmi dello scientismo
Annuncio che ho deciso di "smistare" il post dedicato alle neuroscienze poiché troppo lungo. Ma passiamo al post di oggi.
Immaginate di essere davanti a uno specchio. Non appena voi muovete il braccio, l'immagine riflessa viene modificata. Oggi la scienza ci insegna che è possibile studiare l'immagine dello specchio e anche modificarla, ma la cosa più assurda è che, modificandola, viene modificata anche la nostra posizione: se all'immagine dello specchio viene alzato il braccio, anche noi lo alziamo, credendo di essere noi ad alzarlo. E così non si capisce più quale effettivamente sia lo specchio e quale sia l'effetto "motore", la causa del nostro essere. Dato che la scienza (o, almeno, certa scienza) non può analizzare noi, la nostra mente, il nostro io, allora preferisce credere che sia lo specchio la causa delle nostre azioni (tutte, proprio tutte), proprio perché ciò che non può essere misurato non esiste.
E che dire allora di Borsellino o di Gandhi? In fondo non erano che scimmie fatte al 70% d'acqua, schiave, anche loro, dello specchio. E Hitler? Come Gandhi e Borsellino, non responsabile di ciò che ha commesso...
Ora vi chiedo di andare davanti ad uno specchio e di alzare il braccio. Vi sembra che sia lo specchio ad alzare il braccio per voi? E vi sembra possibile che sia lo specchio a controllarvi anche quando fate una buona azione o sbagliate? E se sì, che senso ha gioire per i propri meriti? E i vostri amori, i vostri amici, i vostri parenti? Anche loro sono solo il frutto dello specchio? E se sì, perché vi siete affezionati a loro?
La verità è che oggi ci affidiamo alla scienza per ricevere le risposte di ogni genere: sul senso della vita, del mondo, su tutto ciò che non le compete. E lei (o meglio, alcuni suoi membri), a sua volta, spesso fornisce risposte assurde, atte non a mostrare che l'uomo è l'evoluzione della scimmia, ma a trasformare l'uomo in una scimmia, anzi, in qualcosa più insignificante della scimmia, visto che, per me, le scimmie sono animali molto sensibili, che meritano rispetto.
Ed ecco l'esperimento che ha fatto gioire tutti coloro che vorrebbero ridurre la vita a un incubo: Benjamin Libet ha scoperto che i nostri neuroni che servono a muovere un dito si attivano 35 centesimi di secondo prima che sorga la consapevolezza dell'azione. E da qui ecco che molti, con aria di strafottenza, hanno pensato bene che ogni nostra azione, morale e non solo, sia solo frutto di un'attività neuronale a cui non possiamo opporci.
Ora, un conto è accettare l'esperimento, un conto è accettare l'interpretazioni di questi sedicenti automi scientisti. Eppure, basta dire un "ma" e si viene subito tacciati di oscurantismo, di bigottismo, dovuto magari alla religione. Basta far notare che muoversi non serve la consapevolezza, che anche un centopiedi morto spiaccicato continua a muovere le zampe, che noi siamo in grado di muoverci nel sonno, senza essere coscienti. Ma loro non vogliono ascoltare "se" e "ma". Ed è assurdo pensare che scienziati di fama internazionale come Jerry Fodor abbiano dovuto giustificarsi quando hanno criticato il neodarwinismo (non l'evoluzione, son due cose diverse) dicendo che erano atei e che non criticavano quindi la teoria per motivi religiosi...
Il punto è che anche la filosofia, spesso e volentieri, si piega a questo tipo di dogmatismo, tanto che oggi l'80% dei filosofi preferisce vedere il mondo con gli occhi della scienza, senza usare spirito critico proprio per non essere insultati da fanatici scientisti. E solo il restante 20% (tra cui Popper, Eccles, Chalmers, Dupré, Cacciari, De Caro, Wittgenstein, Einstein e molti altri filosofi e scienziati di spicco), indipendentemente dalle sue idee religiose, morali o politiche, cerca di andare oltre la verità rivelata (ovvero la verità scientifica) e, anzi, cercano di difenderla, di difenderla dagli attacchi di questi nichilisti scientisti, gente pronta a fare una filosofia commerciale, alla Dawkins o alla Odifreddi, gente che vede l'uomo come un robot senza valore, frutto del caso, o la religione come qualcosa di obsoleto. Da ricordare che Wittgenstein ha "perso" parecchio tempo per dimostrare che la superstizione non è come la religione, proprio per contrastare questo luogo comune.
E a tutto questo si aggiungono dei "giornalisti" che, invece di parlare di mafia come ha fatto Saviano, preferiscono scrivere articoli sensazionalistici, come quelli di Italysoft.com, che pubblica articoli in cui si dice che entro 2 anni avremo costruito il primo robot-uomo (se non conosciamo la mente umana come facciamo a riprodurla?) e che le tecniche di brain imaging ci dicono, alla Minority Report, se commetteremo omicidi o meno (avere una predisposizione non significa che uno sia un criminale o uccida le persone). Vaccate.
Questi articoli non fanno altro che aumentare il principio di autorità che certa gente ha nei confronti degli esperti, come se il principio di autorità fosse una buona cosa. Noi pensiamo: «Se X è esperto e X dice così, allora devo dare ragione a X» senza nemmeno che ci sfiori l'idea che esistono anche gli Y e le Z che potrebbero pensarla diversamente sullo stesso argomento e, soprattutto, che noi possiamo pensare con la nostra testa, senza che ci vengano offerte verità pre-confezionate. Ma nel mondo delle comodità, perché dobbiamo pensare?
Mi viene in mente quel caso di una utente di Yahoo! Answers. Nel 2008 ha scritto che credeva nel libero arbitrio, nel 2009 no, perché ha letto l'intervista di Wolf Singer e il principio di autorità ha avuto la meglio, come ha avuto la meglio quando ha scritto che la scienza ha dimostrato che l'anima non esiste perché la mente è frutto di interazioni neuronali. Come se mente e anima fossero la stessa cosa e come se fosse dimostrato che la mente, non studiabile scientificamente, è frutto di interazioni neuronali. Avrà, come per Singer, ascoltato qualcuno e si sarà fidata senza indagare... -.-"
E a tutto questo si aggiungono pure certi utenti di Wikipedia. Wiki, una volta, era un luogo in cui si poteva discutere pacificamente, ma, da quando è diventata "popolare", la gente si iscrive solo e soltanto per mostrare il suo punto di vista. Mi viene in mente di quel tizio che ha fatto di tutto per cancellare la voce "Teismo evoluzionista" perché sul forum dell'UAAR (a cui era iscritto) gli avevano detto che non c'era finalismo nell'evoluzione e che quindi non poteva esistere una persona evoluzionista e teista. Ha anche definito Francis Collins, direttore del Progetto Genoma, uno "pseudoscienziato"... E già so che qualcuno si metterà a scrivere alla voce "Libero arbitrio" che esso, per la scienza, non esiste. E magari lo farà in preda ad uno spirito di esaltazione verso il progresso scientifico.
Internet poi è un collasso unico. Certi blog andrebbero chiusi per volgarità anti-cristiane e anti-umane, a tratti anche filo-nazisti a volte... Che senso ha la sezione "Religione e spiritualità" di Yahoo! Answers se essa è invasa da atei fanatici portatori di una pseudo-cultura e da creazionisti fondamentalisti? Entrambi sono lì per offendere Dio e il Mistero della natura... E tutto quello che fanno è contrapporre dalla mattina alla sera scienza e fede, come se le cose fossero in antitesi. -.-"
Da notare che certi utenti fanno spesso sfoggio di una pseudo-filosofia, tipo «Che senso hanno i buchi neri?». E ognuno, alla fine, anche quando gli spieghi le cose, preferisce tapparsi bocca, naso e orecchie. E alla fine sarebbero i cristiani a non pensare... Per non parlare dei pollici in su che uno riceve quando scrive una frase di stampo riduzionista a dir poco ridicola.
Possiamo dire lo stesso sul forum di Focus, in cui ci sono due-tre atei che contrappongono l'evoluzione al cattolicesimo. Che assurdità... Conosco l'evoluzione e non vedo una contrapposizione col cattolicesimo (come non l'avrebbe vista Agostino), col protestantesimo sì, visto che esso si basa sull'interpretazione letterale della Bibbia. Insomma, il dibattito è acceso in America, e noi li copiamo da bravi ragazzini idioti schiavi dei loro prodotti commerciali...
Ma non è solo in questi due forum il problema. Il problema è anche su Facebook, dove sorgono gruppi anti-cristiani in cui i cristiani vengono letteralmente presi per il sedere (Vedere qui), o su YouTube, unica fonte d'informazione di certa gente, o su tanti altri forum. Mi viene in mente un tizio che scrive che l'uomo non è altro che qualcosa di inesistente, inutile, che non c'è finalismo, ma un caso riparatore (riparatore?!) e che ha addirittura l'avatar di V per vendetta. Spiace vedere che un così bel film piace soprattutto a dei ragazzini che, invece di essere liberi, come lo era V, il protagonista, sono solo schiavi del tutto e, per questo, si oppongono al tutto (eh sì, anche questa è schiavitù) e quindi approvano tutte quelle opinioni che, di fatto, non portano da nessuna parte.
Se Nietzsche, una volta, aveva dichiarato la morte di Dio (Fonte - Friedrich Nietzsche - Così parlò Zarathustra), oggi possiamo dichiarare la morte dell'uomo, uomo che ormai non si pone più domande, che ormai pensa con la testa di chi ha un camice, che preferisce farsi vedere ad un sexy-shop invece che in biblioteca o che accetta verità riduzionistiche che annichiliscono il valore della vita senza nemmeno porsi dei problemi.
«Cerco l'uomo» diceva Diogene. «L'uomo è morto, e si è ucciso da solo» devo rispondere io...