venerdì 17 dicembre 2010

ANSA, non scherzare su queste cose


«X-File in Israele. Abbattuto un UFO».
Questo è il titolo dell'ANSA ad un articolo rimasto anonimo (Fonte: ANSA - X-File in Israele. Abbattuto un UFO).
Sarà anche vero che ci sono molti articoli simili nel Web (Fonte: Wikio - Risultati per "Dimona"), ma dall'ANSA non mi aspettavo un articolo così "commerciale".
Ma vediamo cos'è successo: è stato abbattuto un oggetto, forse una sonda, nei pressi della centrale nucleare di Dimona, una cittadina israeliana. Il sito nucleare è top secret e ci sono diversi militari che lo sorvegliano.
Ora, non mi sembra il caso di parlare di alieni, di "X-File", ma piuttosto di una più che probabile operazione di spionaggio bella e buona. È il caso di dare notizie sensazionalistiche alla Vojager o di essere un pochino preoccupati per la gravità della situazione?

giovedì 16 dicembre 2010

Chiedo scusa...



Giorni fa mi sono lasciato andare ad uno sfogo (Vedere: Pipino il rosso - I dogmi dello scientismo)...
Spero di non avere offeso nessuno. Tuttavia, preferisco lasciare il post e non rimuoverlo, perché c'è del vero in quello che ho detto...

Riconoscimenti



Annuncio che ho deciso di assegnare alcuni riconoscimenti simbolici a chi se lo merita. :)
Ecco quali saranno...

Bidone rosso
"Bidone rosso" è il riconoscimento riservato a chi si merita veramente un bidone...

Borsetta rossa
"Borsetta rossa" è il riconoscimento riservato alla donna del mese.

Globo rosso
"Globo rosso" è il riconoscimento come personaggio dell'anno.

Luna rossa
"Luna rossa" è il riconoscimento come personaggio del mese.

Nota rossa
"Nota rossa" è il riconoscimento dato alla miglior canzone dell'anno.

Papera rossa
"Papera rossa" è il riconoscimento dato a quelle persone che commettono delle gaffes.

Scarpetta rossa
"Scarpetta rossa" è il riconoscimento come miglior giocatore di Serie A del mese.

Amauri fa l'occhiolino alla Lazio


L'agente di Amauri, Giampiero Pocetta, ha detto questo: «Ufficialmente non c'è niente, ma non sarebbe male che Amauri andasse alla Lazio e venga accostato a essa, però non c'è nulla di concreto» (Fonte: La Lazio siamo noi - Amauri, segnali d'amore alla Lazio).
Personalmente, se torna quello di prima, è ben accetto. Però sono solo rumors.

Berlusconi s'è davvero salvato?



E alla fine Berlusconi ha avuto la fiducia... 314 i voti pro-Silvio alla Camera, 311 i voti anti-Silvio, con due astenuti (Fonte: ANSA - Berlusconi vince per tre voti)...
Domanda: ma può governare con una maggioranza così? Con un vantaggio minimo?
Curioso La Russa: «Ora siamo più forti» (Fonte: ANSA - Ora siamo più forti).

martedì 14 dicembre 2010

Esperimento di Soon, Brass, Heinze e Haynes



Dopo questo spero di poter lasciar perdere questi studi almeno per un po'.
Famoso anche l'esperimento di questi ricercatori. Essi, attraverso la tecnica della pattern recognition hanno studiato la scelta di alcuni volontari, che avrebbero dovuto decidere quale tra due bottoni avrebbero dovuto premere. Essi scrivono:
«Abbiamo verificato che il risultato di una decisione può essere codificato nell'attività cerebrale della corteccia prefrontale e parietale fino a 10 secondi prima che il soggetto raggiunga la consapevolezza. Questo ritardo, presumibilmente, riflette l'operazione di una rete di aree di controllo di alto livello che cominciano a preparare una decisione imminente ben prima che venga raggiunta la consapevolezza». 
In poche parole, per loro, è l'inconscio a determinare l'attività conscia (Fonte: Nature - Unconscious determinants of free decision in human brain). Ma attenzione a non lasciarsi ingannare...
  1. Innanzitutto, essi riuscivano sì a prevedere quale pulsante avrebbero premuto i volontari, ma con un'accuratezza del 60%, una percentuale non troppo alta se si tiene presente che la scelta era duale e che, tirando a indovinare, essi avrebbero avuto una precisione non troppo inferiore, ovvero del 50%. Ne consegue che essi non hanno scoperto che l'inconscio determina la decisione, ma che semplicemente un desiderio inconscio può spingere in una direzione piuttosto che l'altra.
  2. Veniva chiesto ai soggetti di premere il tasto non appena avrebbero sentito l'impulso. Il soggetto non doveva quindi "fermare" l'impulso, qualora lo volesse, per non compromettere l'esperimento. Quante volte sentiamo un impulso e lo fermiamo?
  3. Possiamo, anche qui, rivolgere la critica temporale: 10 secondi non sono anni...
  4. La corteccia prefrontale ha connessioni reciproche con tutti i sistemi motori ed è connessa con aree che riguardano la memoria e le emozioni. Non ha tuttavia connessioni dirette con aree motrici. Essa serve anche a mantenere informazioni o decisioni pre-stabilite. Da qui si capisce che essa non è determinante, sia per la posizione, sia perché non ha connessioni dirette con le aree della morale o del pensiero cognitivo. Anche se è lei a consigliare cosa fare (o, semplicemente, a simulare l'azione), lei riguarda solo i movimenti (Fonte: Giuseppe di Pellegrino - La corteccia prefrontale)... Bisogna comunque dire che è in parte legata a disturbi quali la schizofrenia e quindi potrebbe influenzare il comportamento (ma "influenzare" è una cosa diversa da "determinare"). Forse, il comportamento non buono della corteccia prefrontale determina un malfunzionamento della vicina memoria emotiva, ma non sta a me dire queste cose.
  5. Anche la corteccia parietale è legata ai movimenti, oltre alle informazioni visive, uditive e spaziali. Un danneggiamento di essa produce aprassia, ovvero un disturbo che coinvolge i movimenti (Fonte: Università di Venezia - Cervello)Anche questa non è legata alle scelte morali.
  6. Forse, le aree in questione, stavano semplicemente creando l'immagine visiva di un'azione pre-stabilita da compiere in quello spazio, suggerendo come compierla e quale bottone premere. Insomma, solo un suggerimento...
  7. La scelta era casuale: non avevano motivazioni per premere un tasto piuttosto che l'altro. È possibile che, di fronte a situazioni del genere, sia il cervello che produce "a random" l'azione. Io, forse, avrei accettato questa spiegazione se la previsione fosse stata precisa al 90%, non al 60%...
  8. Forse queste persone non avevano ancora deciso quale tasto premere, ma è possibile che l'attività della zona prefrontale stesse solo riflettendo il pensiero su cosa premere: se i volontari pensavano più intensamente al tasto destro (da premere, secondo l'esperimento, con la mano destra) che al sinistro (da premere con la sinistra) è logico che l'attività della zona cerebrale "simuli" l'attività della mano destra, ma non necessariamente il volontario deve muovere la mano destra per premere il pulsante, come il 40% di indeterminazione effettivamente dimostra. Quindi, è logico che ci sia un'attività cerebrale prima della decisione cosciente (Fonte: Filippo Tempia - Decisioni libere e giudizi morali).

È evidente che le interpretazioni di Haynes & co. sono frutto di idee preconcette (basta vedere l'impostazione fortemente riduzionistica dell'articolo) e sono incredibilmente forzate e arbitrarie. 

Esperimento di Libet



Negli anni '70-'80 il neurofisiologo statunitense Benjamin Libet ha svolto un esperimento che, per alcuni, ha scosso dal profondo il libero arbitrio. Ha infatti, in parole povere, scoperto che le aree coinvolte nei movimenti (in questo caso, le aree riguardanti il movimento del dito), si attivano 350 millesimi di secondo prima che sorga la volontà cosciente di agire e 550 millesimi di secondo prima che l'azione abbia effettivamente inizio (Fonte: Benjamin Libet - Do we have free will?).
Molti deterministi, ovvero quei pensatori che non credono nel libero arbitrio e che pensano che il cervello funzioni deterministicamente, hanno interpretato, secondo me, davvero male questo studio. Infatti hanno creduto che fosse il cervello a decidere prima ancora che noi ce ne rendessimo conto, che questi studi fossero la prova dell'inesistenza del libero arbitrio e che nessuno fosse responsabile delle proprie azioni (Fonte: Yahoo Answers! - Che ne pensate di questo esperimento che mette in crisi il libero arbitrio?)... Tuttavia, io non sono d'accordo con queste conclusioni, secondo me eccessivamente frettolose e anche poco scientifiche.
Ecco le motivazioni che ho raccolto nel Web per cui gli esperimenti di Libet non cancellano assolutamente il libero arbitrio...

  1. Secondo Libet, la coscienza non è del tutto fuori dal giro: egli infatti, suggerisce che il ruolo della coscienza sia quello di "stoppare", di porre un veto all'azione in quello spazio di tempo di 200 millesimi di secondo che c'è tra la decisione cosciente e l'inizio dell'attività muscolare. Questo, per Libet, sarebbe confermato dal fatto che chi è affetto dalla sindrome di Touret, si rende conto della volontà di agire solo dopo l'inizio dell'azione. Il libero arbitrio verrebbe così ridotto a "libero veto". Bisogna comunque dire che anche il libero veto potrebbe essere generato dall'inconscio (che non è un alieno, ma una parte di noi).
  2. Lo studio riguarda puri e semplici movimenti casuali (non avevano nessun motivo per alzare il dito in un momento piuttosto che l'altro), non decisioni vere e proprie. I movimenti, come i bisogni primari e le paure inconsce, hanno un avvio proprio nelle zone inconsce, da cui dipendono, ma non il pensiero cognitivo; certo, quest'ultimo può essere influenzato dall'inconscio, ma si è sempre saputo... Insomma, lo studio non è applicabile alle decisioni complesse o alle pianificazioni. Infatti, per quanto riguarda le decisioni complesse, uno studio di John Paerson suggerisce che la stessa area con cui riflettiamo (o meglio, una delle aree più attive), la corteccia cingolata posteriore, è la stessa con cui prendiamo le decisioni "complesse" (Fonti: Pikaia - Da dove viene la capacità di prendere decisioni? / Current Biology - Neurons in posterior cingulate cortex signal explotary decisions in a dynamic multioptions choice task). Le azioni pianificate, invece, secondo Gerhard Roth, hanno bisogno sia per l'avvio, sia per il controllo, che diversi centri collaborino anche al di fuori della corteccia. Tra le parti coinvolte, c'è anche la memoria emozionale. Per questo, secondo Roth, fra il sorgere del desiderio e la sua messa in atto, potrebbero esserci diversi secondi, abbastanza per poter riflettere (Fonte: Gerhard Roth - Willensfreiheit und schuldhaftigkeit aus sicht der hirnforschung)
  3. Se ci pensate, la decisione di muovere il dito era già stata presa prima dell'inizio dell'esperimento, quando Libet ha spiegato ai volontari l'esperimento. Loro, in questo caso, hanno accettato di svolgere l'azione diversi secondi/minuti prima di compierla. È quindi possibile che la decisione sia stata presa prima e che, inconsciamente, sia stata rielaborata, come richiesto, magari dalla zona pre-motoria. Bisogna comunque dire che Roth nega il libero arbitrio, anche se il suo concetto di libero arbitrio è alquanto strano (Fonte: Vanna Gessa Kurotschka - Possiamo dirci ancora liberi?).
  4. Tutti i movimenti rispecchiano intenzioni più o meno coscienti. Come già spiegato, l'azione era già stata pianificata e l'intenzione di muovere il dito era perfettamente conscia. Altrimenti, dovremmo pensare che i volontari fossero lì ad aspettare non si sa cosa e che il loro dito si sia mosso da solo...
  5. L'attivazione delle aree del cammino non implica una bella passeggiata. Infatti, le stesse aree che si attivano quando camminiamo, si attivano quando abbiamo anche solo l'idea di camminare. Se io vedo una persona che cammina o ho l'idea del cammino, si attivano proprio le aree che servono per camminare. Il nostro inconscio, per farci capire le cose, simula lui stesso l'azione, anche se poi non la compiamo (Fonte: Vittorio Gallese - Neuroscienze e fenomenologia).
  6. Daniel Dennett, un filosofo e neuroscienziato cognitivo, parla degli esperimenti di Libet nel capitolo 8 del libro "L'evoluzione della libertà". Egli è determinista, tuttavia ritiene che le interpretazioni di Libet non sono attendibili alla luce dell'evoluzione cerebrale: la parte che riguarda la nostra coscienza morale (che, ovviamente, non è legata all'inconscio), si è sviluppata troppo, da quando è comparsa, per svolgere un ruolo così secondario e occasionale come quello del veto. Ne deduce che gli esperimenti di Libet sono applicabili ai soli movimenti (Fonte: Daniel Dennett - L'evoluzione della libertà).
  7. Potrebbero esserci stati degli "errori" inevitabili. Questo tipo di esperimenti, infatti, si basa sull'introspezione che, per alcuni, potrebbe aver determinato il famoso ritardo in modo pressoché inevitabile (Fonti: Francesca Cavallaro - Azione, volontà e consapevolezza / Yahoo! Answers - È necessario ricorrere alla fisica quantistica per salvare il libero arbitrio?). Bisogna anche dire che una sorta di introspezione potrebbe anche generare una "illusione" temporale inevitabile, come suggerisce anche Filippo Tempio, neuroscienziato. Durante i movimenti, infatti, sembra strano, ma sia la nostra percezione visiva, sia quella temporale, subiscono un ritardo di circa mezzo secondo e questo potrebbe, appunto, generare il ritardo in questione. (Filippo Tempia - Decisioni libere e giudizi morali). Inoltre, è piuttosto criticata la scelta di Libet di utilizzare un orologio-oscilloscopio (Fonti: Roger Penrose - Ombre della mente / Yahoo! Answers - È necessario ricorrere alla fisica quantistica per salvare il libero arbitrio?). Potete visualizzare l'orologio qui.
  8. Un'altra possibile critica è che una conclusione come «La coscienza è un epifenomeno» è alquanto frettolosa per un esperimento durato pochi secondi.
  9. Le fasi iniziali non sottoposte alla coscienza potrebbero essere semplicemente legate al subconscio, capace di considerare alternative multiple. E il subconscio, in psicologia, non cancella il libero arbitrio, al limite lo influenza (Fonte - Information Filosopher - Benjamin Libet).
  10. Decisioni di questo tipo, in cui si studia un movimento abituale, non rientrano nei modelli delle decisioni a due fasi elaborate da filosofi e psicologi nel corso della storia. In questi modelli, infatti, nessuno, neanche i deterministi, nega che la coscienza possa generare azioni alternative (Fonte - Information Filosopher - Benjamin Libet).
  11. È possibile che un elevato numero di prove richieste ai volontari abbia trasformato un normale movimento abituale in un vero e proprio automatismo.
  12. Un test più accurato, con qualche variante, è stato condotto nel 2009 da Miller e Travena suggerisce che l'attivazione neuronale che compare prima della decisione non rappresenta la decisione, ma l'attenzione. Infatti, nel loro studio, l'attivazione non è sempre stata seguita dall'azione. Gli esperimenti sono stati criticati da Brass, però è anche lecito pensarla diversamente (Fonti: Wikipedia - Neuroscience on free will / New Scientist - Free will is not an illusion, after all).
  13. L'idea di ridurre il momento della decisione ad un solo istante, avvenuto 200 millisecondi prima che l'azione abbia inizio, è molto, molto discutibile: è possibile infatti che la decisione maturi in qualche decimo di secondo (3, in questo caso, sono sufficienti) ed è possibile che la consapevolezza non sia sorta prima per il semplice fatto che il soggetto stava per prendere la decisione. Possiamo quindi interpretare la fase temporale in questo modo: 550 millisecondi prima dell'inizio dell'azione, il soggetto inizia a prendere la decisione e 200 millisecondi prima che essa inizi, il soggetto finisce di prendere la decisione. Il concetto istantaneo di decisione non è dimostrato (Fonte: Riccardo Manzotti - Libertà nella natura).

È evidente che non tutte le obiezioni possano essere vere. Ad esempio, molte ammettono che l'attività neuronale cominci prima della decisione, cosa che non ammettono coloro che rivolgono la critica metodologica.

L'ipotesi di una coscienza epifenomenica
Gli esperimenti di Libet sono stati, per alcuni, la conferma che la coscienza sta al fumo come il cervello sta al fuoco, ovvero che la coscienza è in realtà il semplice prodotto di interazioni neuronali che non può influire per nessuna ragione nelle nostre scelte. Per Daniel Wegner, la coscienza è proprio questo, e sarebbe come una bussola che, da sola, non può assolutamente guidare la nave.
Insomma, non sarebbe il nostro io a decidere, ma i nostri neuroni...
Se devo essere sincero, questa spiegazione della coscienza è poco convincente: se essa è il prodotto impotente di interazioni neuronali, non può per nessuna ragione essere utile a noi in qualche modo e il cervello sarebbe autosufficiente. Allora, per quale motivo c'è? Come si spiega in termini evolutivi? Per quale motivo essa si è rafforzata soprattutto nell'uomo?
Daniel Dennett si rende conto che la cosa è assurda (dopo anni e anni di ritardo...) e ha cercato di dare una spiegazione alla cosa: la coscienza serve per comunicare con gli altri, ma non è lei che decide (Fonte: Daniel Dennett - L'evoluzione della libertà). È una spiegazione sicuramente interessante, ma non plausibile: la coscienza, l'essere "svegli" è infatti nata molto prima della socializzazione e il linguaggio, a sua volta, è nato prima della coscienza umana (anche cani e gatti, ad esempio, hanno una sorta di linguaggio).
Io penso che la coscienza, proprio perché vedo l'inconsistenza di queste tesi, svolga un ruolo importante e, solo perché fatichiamo a capirne il ruolo, questo non significa che questo ruolo non ci sia. Secondo me, essa può aiutare a stimolare certi comportamenti che non avverrebbero senza di essa.